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Le indagini ci dicono che oltre il 62% degli italiani è favorevole alla medicina estetica. I nostri connazionali, infatti, sembrano avere una visione più critica della propria immagine. Tra le parti meno apprezzate, nel 42% dei casi sembrerebbe esserci il volto con particolare attenzione a pelle, occhi, palpebre e labbra. L’Italia, dopo USA, Brasile e Giappone, si posiziona al quarto posto mondiale per il numero di prestazioni di medicina estetica.

 

La tendenza, ultimamente, è quella di diffondere un’idea di bellezza naturale, senza ricorrere a quegli interventi che stravolgano totalmente la persona. Non vi deve avere un atteggiamento giudicante verso chi ricorre alla medicina estetica e ricorrervi non significa, necessariamente, non accettare il proprio corpo. La medicina estetica è, infatti, una disciplina medica a tutti gli effetti che si occupa del benessere psicofisico dei pazienti, in accordo con il concetto di salute definito dall’Organizzazione Mondiale di Sanità come uno stato di completo benessere fisico, sociale e mentale, e non soltanto come assenza di malattia o di infermità.

 

Innanzitutto, non confondiamo medicina e chirurgia. La chirurgia estetica è un insieme di tecniche chirurgiche utilizzate per la correzione di difetti estetici, più o meno evidenti, che possono ostacolare la vita di relazione e incidere sul benessere psicofisico dell’individuo. I trattamenti di bellezza della chirurgia fanno capo a operazioni che necessitano di un ricovero e quindi di anestesia: l’intervento implica un grado più alto di invasività sul corpo. Il compito del chirurgo estetico è di ripristinare l’armonia delle forme, rispettando la fisionomia del paziente in modo da ottenere un risultato che sia esteticamente gradevole. La chirurgia plastica ha inoltre lo scopo di correggere, riparare o ricostruire le corrette funzionalità di organi o apparati danneggiati. Questi ultimi possono mostrarsi alterati per diverse cause: genetiche, patologie degenerative, traumi, ustioni o lesioni. La chirurgia plastica, infatti, viene spesso chiamata anche chirurgia ricostruttiva.

 

La medicina estetica non si occupa solamente di inestetismi ma è anche una medicina preventiva. Permette di eliminare o migliorare gli inestetismi del corpo attraverso tecniche non chirurgiche e l’impiego di materiali di ultima generazione perfettamente tollerati e garantiti. Caratteristici della medicina estetica, principalmente, sono i trattamenti laser, i filler, la biorivitalizzazione, la mesoterapia, la radiofrequenza ablativa, non ablativa o frazionata, la cavitazione medica, il linfodrenaggio o la criolipolisi.

 

Medicina estetica e chirurgia estetica sono discipline diverse che utilizzano tecniche diverse, ma allo stesso tempo sono complementari: infatti, i trattamenti o vengono fatti separatamente o, molto spesso, può capitare che sia necessario associare entrambe le strade per ottenere il miglior risultato. Non bisogna, pertanto, essere superficiali nell’approccio a un trattamento di medicina estetica e la scelta dello specialista è un momento di fondamentale importanza. Scegliendo un medico estetico unicamente per gli sconti e per i prezzi bassi, infatti, si può incorrere in rischi reali. In questo campo si deve sempre puntare su sicurezza e qualità, non sul risparmio. Le tecniche low cost possono comportare l’utilizzo di materie prime di bassa qualità, quindi molto dannose per l’organismo causando importanti effetti collaterali.

 

Se non avete le possibilità economiche per effettuare un trattamento, non fatelo, aspettate anzi il momento giusto per evitare di trovarvi con dei danni permanenti. Mi viene in mente il caso di Samantha Migliore, deceduta presso il proprio domicilio dopo essersi sottoposta a iniezioni per aumentare il volume del seno fattele da una falsa estetista.

 

Se da un lato i social, quando usati consapevolmente, sono uno strumento vantaggioso, attraverso il quale il paziente può informarsi, vi è anche il lato oscuro della medaglia. Una nuova moda di TikTok, prevede di praticare filler alle labbra autonomamente. Importante ribadire che la medicina estetica fai da te non deve mai essere praticata. Un filler non può essere effettuato da chiunque ma da un medico specializzato in medicina estetica. Un professionista che ha studiato, conosce bene l’anatomia del viso e minimizza qualsiasi tipo di rischio correlato alla procedura.

 

Districarsi nella giungla delle pubblicità ingannevoli è complicato ma la medicina estetica è una cosa seria e proprio per questo motivo ne abbiamo parlato con un esperto.

 

Ho posto alcune domande al Dott. Antonio Braucci, specialista in medicina estetica con un curriculum d’eccellenza. Un professionista in continuo aggiornamento che opera sia nel panorama nazionale che internazionale.

 

Mi sono chiesta, come prima cosa, quale fosse il trattamento estetico maggiormente richiesto al giorno d’oggi: «Direi le labbra. Le pazienti più giovani si rivolgono al medico estetico principalmente per questo tipo di trattamento. Molto richiesto è anche il rinofiller. La deformità del naso, molto spesso, rappresenta un handicap e soprattutto i ragazzi lo vedono come una limitazione alla vita sociale. Alcuni pazienti vivono il loro aspetto fisico, o alcuni difetti, come un importante disagio. In generale, la medicina estetica dovrebbe rappresentare questo, un modo per curare la salute delle persone a 360 gradi. Non soltanto dal punto di vista fisico, ma anche psicologico e psicosociale. La reputo l’applicazione più giusta della medicina estetica. Oggi, però, i pazienti si rivolgono alla medicina estetica anche per effettuare beautification o full face. Sono anche molto richiesti trattamenti di radiofrequenza, ultrasuoni focalizzati e una delle mie armi vincenti (essendone uno dei primi utilizzatori in Italia), l’endolift. Ovvero un lifting non chirurgico».

 

Come avviene un percorso di medicina estetica? Quanto è importante il colloquio con il paziente?

«Una consulenza, di solito, è il momento più importante perché il medico riesce a comprendere realmente le esigenze del paziente che ha di fronte. Molto spesso, infatti, si ricevono richieste approssimative e senza alcuna indicazione. Il mio approccio è quindi far parlare il paziente utilizzando l’ascolto attivo e cogliendo l’occasione per studiarlo e studiarne soprattutto i movimenti».

 

Perché i movimenti?

«Nella mia medicina estetica la dinamica è fondamentale andando a fare quello che si chiama tecnicamente miomodulazione, quindi, una modulazione dell’attività muscolare che è, secondo me, la base dei processi di invecchiamento e anche la conseguenza. Il viso si basa tra equilibri di forze tra porzione superiore e porzione inferiore. Ci sono alcuni muscoli che sono elevatori e altri che sono depressori. Nel momento in cui con l’avanzare dell’età si ha una perdita di sostanza a livello di quelle che, secondo me, sono le fondamenta del volto, cioè l’aria zigomatica, avviene una riduzione della forza dei muscoli elevatori e un aumento di compensazione di quelli depressori. Conseguentemente, durante le fasi di invecchiamento, i volumi si spostano dall’alto in basso. Io utilizzo la mimica del paziente per ripristinare questi equilibri, studio la persona e, vedendo quali sono i suoi movimenti, vado a rinforzare i muscoli che si sono indeboliti o a indebolire quelli che si sono rinforzati impropriamente, ridonando un equilibrio alle forze del volto. Molto spesso si assiste alla visione di “maschere”, volti che non possono muoversi e si deformano. Questo è sbagliatissimo e fa parte della vecchia medicina estetica».

 

Torniamo al colloquio con il paziente…

«Dopo aver studiato chi ho di fronte, cerco di creare un rapporto di confidenza, non giudico, ma chiedo al paziente come vorrebbe vedersi e come si immagina. Le mie domande si basano su attributi emozionali. Vuoi essere meno stanco? Vuoi essere meno lasso? Meno triste? Più arrabbiato? Più femminile? Più maschile? Più attraente, sensuale? In base a quello che mi dicono, stilo il mio programma terapeutico tenendo ben presente che la medicina estetica non è chirurgia estetica ma un percorso terapeutico che si articola in più sedute. Questo per poter rallentare i processi di invecchiamento. Esistono infatti dei punti, chiamati trigger point, dai quali parte una reazione a catena. Se si perde l’equilibrio in quei punti, perderemo di conseguenza l’equilibrio in altri. La medicina estetica deve essere vista innanzitutto come prevenzione».

 

Eticamente si è mai trovato a sconsigliare determinati trattamenti a persone che si sono rivolte al Suo studio con idee che Lei non ha trovato conformi al paziente?

«Mi è capitato tante volte di sconsigliare dei trattamenti. Il paziente mi chiede un qualcosa ma so che in realtà non è ciò che vuole e me ne accorgo durante il colloquio, facendolo parlare e studiandolo. Ad esempio mi è capitato di mandare a casa persone che volevano fare un trattamento alle labbra che ho ritenuto superfluo e, soprattutto, non si sposava bene con il mio concetto di naturalezza della medicina estetica. Credo che non sia soltanto il paziente a scegliere il medico ma anche il medico a scegliere il paziente. Parliamo di medicina e la terapia si basa su un rapporto di interscambio e di feedback. Non vi sono solo la prescrizione, l’indicazione e il trattamento, ma anche la collaborazione e la compliance del paziente che sono elementi fondamentali. Quando vedo che qualcuno non sarà compliante, sono scoraggiato ad andare avanti. L’equilibrio psicologico del paziente è fondamentale e bisogna essere empatici per affrontare paure e dubbi. È fondamentale l’educazione poiché questi pazienti, spesso, si sono nutriti di concetti e preconcetti totalmente errati e hanno quindi una visione sbagliata della medicina estetica. Anche perché di medicina estetica ormai parlano tutti, medici e non medici».

 

Perché, secondo Lei, molte persone si affidano ai trattamenti estetici low cost? Cosa consiglia per evitare queste trappole?

«Lo dico molto chiaramente: la medicina estetica è un bene di lusso, non è per tutti, quindi non andate a fare trattamenti a basso costo perché rischiate di rovinarvi. Molto spesso vengono utilizzati prodotti economici o a fare trattamento non sono dei medici ed è una cosa gravissima. È importante denunciare quando ci si imbatte in casi del genere. Le complicanze, in merito, possono essere da fastidiose a gravi. Con un filler si può rischiare la necrosi parziale o totale di aree del volto, la cecità e così via. Quindi è di fondamentale importanza rivolgersi al professionista. Sto eseguendo personalmente, sui miei profili social, una campagna di rieducazione in cui vado a spiegare a che cosa si deve fare attenzione. Chiedo al paziente, anche non mio, di rivolgersi a medici che abbiano grande esperienza e gusto estetico. Poi, ognuno si sposerà con lo specialista con il quale ha maggiore affinità. È molto importante che il medico dia sempre le etichette del prodotto perché in caso di complicanze le case farmaceutiche e le case produttrici possono assistere sia il medico che il paziente. Personalmente, utilizzo solo prodotti di alta qualità. La medicina estetica non è un gioco e c’è bisogno di affidarsi a persone competenti. Si tratta  di una disciplina in continuo aggiornamento e un percorso importante che non va affrontato con superficialità».

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